Adesso dormi, Gigante.
Olivieri Bosatelli ha vinto il Tor des Geants 2016. 75h10' per 330 chilometri e 24.000 metri di dislivello. Adesso dorme.
Oliviero ha un gran sonno. Qui al Giardin de l’Ange a Courmayeur sulla linea d’arrivo lo aspettavano per le undici ma lui si è fermato al Rifugio Bertone per un altro piatto di risotto. Il vantaggio sul secondo in classifica era così grande e rassicurante che l’ultimo pezzo di gara, con la vittoria in tasca, valeva la pena goderselo.
Adesso Oliviero è seduto su una sedia che sembra un trono di legno ed è circondato da giornalisti che lo inondano di domande. Lui è un po’ disorientato ma risponde diligentemente, spiega, puntualizza andando con ordine. Si prende cura di costruire frasi articolate, senza lasciare nulla in sospeso. Si vede che gli occhi gli si stanno per chiudere e che deve fare un gran lavoro per tenerli aperti. I giornalisti sono sempre più vicini e sempre più incalzanti e lui è letteralmente con le spalle al muro, dietro di lui c’è un fondale con la scritta Tor des Geants. Ha già risposto ad altre domande e posato lungamente per le foto appena tagliata la linea di arrivo e poi ci sono state altre domande ancora e altre foto davanti a una locandina che mostrava dislivello, lunghezza, durata della gara. Trecentotrenta chilometri, 24.000 metri di dislivello positivo, tempo massimo 150 ore. Oliviero ne ha impiegate la metà, lasciando il secondo in classifica indietro di circa sei ore e il terzo di otto, secondo i calcoli almeno, esattamente non si può ancora sapere, loro sono ancora in gara. Lontani. Tutti acclamano Oliviero, tutti lo cercano, tutti lo applaudono, tutti lo fotografano e lo toccano, lo abbracciano. Vogliono una foto insieme a lui. Oliviero ha sonno, un sonno bestiale.
Durante l’intervista che gli stanno facendo i giornalisti che ha davanti si danno il cambio tra loro con le domande e c’è un attimo di break. Cinque secondi, sette forse. Oliviero chiude gli occhi. Nero. C’è silenzio di tutti i giornalisti che se ne stanno piegati in avanti verso di lui con microfoni, registratori, telecamere, telefonini, blocchetti su cui scrivere. Lo guardano. Oliviero sembra che dorma. Poi invece riapre gli occhi e qualcosa dentro di lui deve essere cambiato, anche l’espressione del volto è diventata un’altra. Ora Oliviero è diventato spettatore. E’ lui che guarda gli altri mentre gli altri guardano lui. Se la gode, finalmente. Ha capito che è davvero finita. Distende le gambe per sgranchirle facendo una smorfia e si appoggia più comodamente sullo schienale della sedia, le mani serrate tra loro e le dita che giocano tra loro. Sorride, pacifico.
E’ pronto per una nuova serie di domande, i giornalisti riattaccano. Lui risponde ed è sicuro che tra poco potrà andare finalmente a dormire e poi adesso lo ha capito, niente sarà più come prima. Oliviero ha vinto il Tor des Géants, la gara di trail running più dura del mondo. Oliviero, tu est géant. Finita questa serie di domande poi potrà godersela. Doccia. Cibo. Forse massaggio. Notte. Nanna. Nanna. Nanna. Fino a domenica, quando dovrà salire sul podio per le premiazioni ufficiali e per stringere la mano al secondo, al terzo e all’ultimo classificato. Fino ad allora per Oliviero non ci sarà altro da fare che godersela. E soprattutto, dormire.
Emilio Previtali per L’Eco di Bergamo, 15/09/2016 — #Tor2016
Testo e foto: © Emilio Previtali